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Il processo di rapida crescita delle città sta provocando l’instabilità di vasti territori con pesanti implicazioni economiche, sociali ed ambientali. Gli insediamenti umani sono chiamati a confrontarsi con una crescente molteplicità di temi strettamente interconnessi tra loro; la pianificazione e la progettazione dei luoghi necessita di un approccio multidisciplinare affinché si possano delineare dei chiari schemi risolutivi. In questo dibattito

internazionale si inseriscono vari interlocutori che propongono differenti strategie metodologiche, una di queste è la “Metro Matrix” di Pedro Ortiz che propone una griglia reticolare di infrastrutture intorno alle quali legare nuove centralità urbane capaci di rispondere alle necessità degli abitanti attraverso la fornitura di servizi qualificanti. La proposta della metromatrix nella città del Cairo, si incardina attraverso la creazione di 15

nuove centralità urbane: quella di Ard al-Liwa è stata da noi approfonditamente studiata per inserire delle funzioni urbane e metropolitane integrate che portassero servizi di welfare all’interno del luogo. Un luogo è il risultato delle complesse relazioni che avvengono tra i suoi elementi costitutivi

e dalla successiva stratificazione antropologica: progettare un luogo significa decodificarne le invarianti strutturali per poi interpretarle progettualmente. Da diverse letture sono emerse le invarianti in grado di resistere nel lungo periodo: gli appezzamenti agricoli, i canali irrigui, gli alberi e l’orografia assiale. Le relazioni tra questi elementi possono essere descritte attraverso dei set di paesaggio prodotti dalla scomposizione

e ricomposizione degli stessi all’interno di un’unità figurativa di paesaggio. Successive analisi territoriali hanno fatto emergere gli hinge point del paesaggio egiziano capaci di resistere al salto di scala spaziale e temporale. Il concetto di sistema emergente ha guidato tutta la seconda fase del nostro processo progettuale, nella quale, attraverso una sperimentazione organica è stata generata una rete incardinata sugli hinge point individuati dalla lettura antropologica che ha permesso la permeazione del denso contesto abitativo. L’organicità della rete "Physarum" ha fatto emergere successivamente una diagonale che assumesse maggior forza rispetto al consolidamento del contesto e su di essa sono stati attestate le funzioni metropolitane della nostra centralità dalle quali poi diramare la rete capace di unire ad esse quelle urbane. Il tutto si è poi concluso con un approfondimento progettuale su un’architettura metropolitana volto ad enfatizzare gli elementi individuati dalla lettura antropologica con dei rimandi

estetici all’insediamento informale nelle aperture in facciata e nella sottolineatura delle solette.

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